Manolesta

E’ arrivata Manolesta!!!

PREMESSA

A volte capitano cose straordinarie. Si può pensare che capitino più facilmente facendo la propria strada accanto a persone un po’ fuori dall’ordinario. E siccome tra la stranezza e la straordinarietà il passo è brevissimo, e ho sempre detestato la banalità in ogni sua forma, mi trovo proprio bene in questa Compagnia dove, posso dirlo con un certo orgoglio, di persone banali non ce ne sono. Questo cappello un po’ strano mi serve per introdurre un evento STRAORDINARIO che ci è capitato, e l’occasione STRAORDIANARIA che ci è stata offerta da persone SPECIALI e che noi, persone comunque NON BANALI, abbiamo colto con felicità (STRAORDINARIA).

Insomma, le cose speciali forse bisogna saperle attirare, o meglio, quando capita qualcosa di speciale e capita proprio a noi, forse, e dico forse, era proprio a noi che doveva capitare…chissà.

IL FATTO

Non ricordo esattamente come sono andate le cose, ma distintamente ho chiaro Massimo, quello che noi per distinguerlo dall’altro di uguale nome e cognome chiamiamo “ Il Presidente” a causa di certi suoi trascorsi al Circolo Nautico di Cervia di cui tutti orgogliosamente facciamo parte, che con aria un po’ strana e un po’ misteriosa e molto soddisfatta ci ha detto qualcosa di questo genere: “Vi devo parlare di una cosa. Una barca che forse ci vogliono regalare…”

“ Ci vogliono regalare una barca??!!!? …ma chi???”

“ Un tedesco.”

Massimo Presidente è una persona non banale, e ovviamente conosce persone non banali. Ma che uno ti voglia regalare una barca è una cosa così fuori dall’ordinario che appena la voce si è sparsa nella Compagnia dell’Altura non si è quasi parlato di altro.

Ma perchè ce la vogliono regalare? Come è messa? Che barca è? Dove la teniamo? Come ci organizziamo?

E le correnti dei dubbiosi (Ma come sarà messa? E le vele? E la carena? Avrà l’osmosi? E come regolarne l’utilizzo? E finiremo con il litigare tutti?) si sono intrecciate a quelle degli entusiasti che non stavano nella pelle, e che prima che  potesse  essere sollevata una qualsiasi obiezione avevano già trovato il posto barca e stilato almeno tre ipotesi di regolamento per definirne l’utilzzo, e con tutte le altre correnti di sfumatura intermedia.

Così si è stabilito che i nostri due Massimi di riferimento (il Presidente e l’altro, quello di Forlì ), partissero in missione e andassero a Pomer, dove la barca era ormeggiata, per visionarla e riferire le loro opinioni alla compagnia. Si è deciso che fossero loro ad andare  perchè entrambi esperti e meritevoli di fiducia, oltre che veloci nelle decisioni e sufficientemente affetti da quel magnifico complesso di Peter Pan a cui nessuno di noi vuole rinunciare, per interpretare perfettamente il nostro pensiero e la nostra folosofia.

A noi, che in attesa trepidante aspettavamo che ci venissero comunicate le notizie, è arrivato il verdetto: E’ perfetta. Solo un tedesco poteva tenerla così bene.

Così anche le resistenze dei più diffidenti sono cadute. Da “ è impossibile trovare un modo per gestire una barca in tanti senza litigare” si è passati “lo dobbiamo trovare: un’occasione così non si può perdere”.

E così, è cominciata questa bella avventura….

IL TEDESCO…..

Matthias Hendrix è un chirurgo ortopedico dell’Ospedale Bufalini di Cesena. E’ un uomo del Nord, dai colori chiari e dalla voce pacata. Sempre disponibile nell’accompagnarci nelle prime uscite con Manolesta, paziente nel ripeterci le stesse cose e divertito dai nostri entusiasmi e dai lunghi festeggiamenti, che a base di aperitivi , cene sul molo e brindisi, si sono protratte intorno  alla barca per vari weekend.

Come sia venuto in contatto con la compagnia dell’altura ho tentato più volte di farmelo spiegare   da Massimo Presidente, ma ogni volta mi sono persa per la strada dopo qualche passaggio.

La cosa che risulta evidente però è quanto ogni cosa, ogni dettaglio e ogni contatto, tutti strumenti di un grande direttore d’orchestra invisibile, si siano messi a suonare insieme perchè Manolesta arrivasse fino a noi.

E non è stata neanche una strada breve!

Tutto però si è mosso in modo concertato, ed è avvenuto in modo così semplice e naturale, che a pensarci, non poteva che andare così.

…E MARIAPINA, LA MOGLIE DEL TEDESCO

Sì, perchè accanto a ogni grande uomo, c’è sempre una grande donna. Si dice così, e anche se non credo che sia sempre vero, in questo caso indubbiamente lo è.

Con Mariapina, qualche giorno dopo l’arrivo di Manolesta, ho passato una serata a fare chiacchiere davanti a uno Spritz, ed è nata una amicizia così istintiva e immediata che sarei quasi portata ad affermare il contrario, e cioè che una grande donna come lei non può che avere vicino un grande uomo, ma non è questa la cosa importante.

Quello che volevo sapere da lei quella sera erano le notizie su Manolesta, sulla sua storia e  le miglia percorse, e così, intrecciando il racconto a mille parole leggere tra di noi, saltando di argomento in argomento, mi ha parlato di come è nato questo triangolo tra un uomo, una donna e una barca.

E degli strani giri del destino per cui un uomo, venuto da Amburgo, una donna venuta da Lecce e una barca venuta da Roma (eh già, perchè chi poteva pensare che un tedesco chiamasse la sua barca Manolesta?) abbiano legato la loro storia.

Nè lei nè lui con passato da velisti, pur venendo da due bellissime e opposte città di mare, hanno deciso di intraprendere questa meravigliosa avventura insieme, supportati e coinvolti da due grandi amici di vita e di onde, Silvia e Amedeo, anche loro così legati a Manolesta da accompagnarla a Cervia da noi, insieme a Mariapina e Matthias, e il nostro Comandante Mauri, il 17 di giugno.

Storie di mare e di marinai cominciate insieme, con una sfida quasi incosciente, e mille storie che sono seguite, e che Mariapina mi ha raccontato, inframmezzate da commenti, impressioni, risate, confessioni, come si può fare solo in una bella amicizia che nasce tra gente con il sangue salato, perdendo e ritrovando il filo di un discorso che forse non finirà tanto presto.

MANOLESTA

Per Mariapina e Matthias è stata il regalo del cinquantesimo compleanno. Che dire? Un traguardo importante, per una coppia e per dei marinai. Per una coppia di marinai. Il traguardo di chi lascia dietro di se mezzo secolo di vita, e la partenza di chi decide di mettere una barca nel prossimo mezzo secolo. A volte si lancia un sogno tra le stelle e ci si appende dietro al volo. Mariapina e Matthias hanno fatto così.

Manolesta è stata la barca della vita.

Poi però è venuto il momento di pensare a qualcosa di più grande, da prendere in società con altri amici per fare crociere con equipaggi più numerosi. Per un po’ Manolesta è stata ad aspettare a Pomer, poi a Mariapina è venuta l’idea di regalare questa barca a cui erano tanto legati, a un’ associazione, a un gruppo di amici di cui diventare parte e continuare a rimanere in contatto con lei. Gli strani giri del destino hanno fatto il resto. Mariapina e Matthias sono entrati in contatto con Massimo, e il resto della storia è qui davanti a noi. Manolesta non ha perso i suoi primi armatori, e ha trovato nuovi amici. 

Di tutte le miglia navigate insieme, questa barca porta in ogni sua parte, mescolati alla salsedine, i cieli stellati, i pensieri, le paure, la felicità, l’allegria, la pioggia, il sole e tutte quelle cose che quando escono dal cuore poi rimangono lì sulla barca, tra i legni e la vetroresina, nei gavoni, tra i ferzi delle vele.

Manolesta è una barca che trasuda amore, amata come solo una barca molto amata può essere, equipaggiata con amore di ogni cosa. Una barca che ha assorbito tanto amore è pronta a ridarlo a chi lo sa sentire. Ed è questo che percepisci quando navighi con lei, perchè lei non scivola sull’acqua, ma si fa coccolare dal mare, e procede morbida e tranquilla, veloce e allegra, dolcemente orziera, pronta a perdonare come un cavallo che ha fiducia nella mano gentile del suo cavaliere.

Manolesta, glorioso Comet 1000 del 1980, è arrivata a Cervia il 17 Giugno 2018, accompagnata da Matthias e Mariapina, Silvia e Amedeo e il nostro Comandante Mauri, ed è stata accolta da una commissione di benvenuto all’alba di quel felice giorno con un vassoio di bomboloni per l’equipaggio che l’ha portata, e il Gran Pavese pronto per Lei, perchè Lei sapesse e sentisse ( e anche tutti quelli che la avrebbero vista arrivare) quanto eravamo felici che ilnuovo capitolo della sua vita fosse con noi.

Il 17  GIUGNO 2018

Il diciassette Giugno per me è un giorno magico, legato ad avvenimenti importanti e felici, e formato da numeri che mi piacciono e che ricorrono nella mia cabala personale.

Così , quando all’alba, un po’ infreddoliti e molto addormentati, noi quattro del comitato di accoglienza abbiamo preso il mare sul Delfino, la barca di Massimo Presidente, con quell’espressione di soddisfazione che hanno le persone come noi quando riescono a strappare alla vita responsabile e rispettabile qualche brandello di sogno, mi è venuto in mente che quella data speciale era tornata per accompagnare proprio quell’avvenimento. 

Così, nella luce chiara e sempre nuova del mare che si sveglia insieme al sole, nello stupore eterno dell’alba rosa e azzurra, ho avuto la certezza che quell’incontro tra due barche al largo di Cervia sarebbe rimasto per sempre nella mia lista dei 17 Giugno….  

CHE COSA E’ UNA BARCA?

(qualche riga di puro sentimentalismo)

Che cosa è una barca a vela? Un mezzo per percorrere, contro la nostra natura di animali terrestri, caparbiamente e ostinatamente, il più grande continente del mondo, quello marino?

Un luogo dove appoggiare i sogni e farli cullare dalla multiformità delle onde?

Un rifugio dell’anima?

Il mezzo per cercare, aggrapparsi e tentare di afferrare quell’eterno divenire dell’acqua, nel suo contiuo scorrere e cambiare, contrapposta alla ferma solidità della terra?

Il luogo dove ogni persona, lontana da tutti i vestiti mentali che quotidianamente indossa, prova a riconoscersi in quello che intravede dentro di se , e magari persino a riconciliarsi con se stesso?

Il luogo dove le amicizie nascono e crescono a velocità accelerata, perchè lì, in quel microcosmo perso nell’immensità, dove tutto ad ogni istante può cambiare, ci si può anche persino riconoscere come appartenenti a una stessa, antica stirpe, quella delle persone, come diceva un mio amico, con il sangue salato…..?

A questo e a molte altre cose pensavo mentre salivo per la prima volta su Manolesta.

Quando una persona ti regala una barca, cosa ti sta regalando?

I suoi pensieri, un pezzetto della sua anima e della sua vita, la paura rimasta impigliata da qualche parte, la soddisfazione di averla vinta. I giorni passati in quella situazione parallela che è il mare, sogno per quelli come noi, incubo per tanti altri.

Ti regala un pezzetto di se. Questo è. Per forza è così.

Quando è stato il momento di passare le consegne di Manolesta, per via di chi era dovuto andare  richiamato dai suoi impegni, chi a riposarsi, chi a prenotare il ristorante, è successo che è stato proprio a me, tutto sommato la meno competente per esperienza velistica e capacità tecnica, che Matthias e Mariapina hanno cominciato a spiegare le attrezzature e le manovre, e ogni cosa della barca.  Ma a mano a mano che passavamo di gavone in stipetto, da presa a mare a sentina, da interruttore a saracinesca, sentivo crescere percettibilmente l’impressione che fosse anche altro quello che mi veniva passato insieme alle informazioni tecniche: le raccomandazioni e i segreti di una creatura viva che veniva affidata da un cuore a un altro, i consigli su come trattarla e capirla, e sulla fiducia che merita, su quello che potrà regalarci. 

Sono momenti densi di emozione che non sai se lasciare trapelare o no. La voce musicale di Mariapina, quella autorevolmente bassa, da uomo nordico, di Matthias, passavano a una sconosciuta informazioni tecniche e poesia di mare, di giorni e momenti, e la sconosciuta avrebbe voluto dirgli “ potete fidarvi, la terremo bene, sapremo amarla come la avete amata voi, io la amo già…” 

NON E’ UNA FINE, E’ UN INIZIO!

Mentre sto cocludendo queste righe di presentazione della nostra barca, Manolesta è già con noi da quasi due mesi.

Il solo pensarla  ha già in alcuni di noi il potere di fare alzare immancabilmente gli angoli delle labbra. 

E’ una barca che è impossibile non amare, e da quando c’è lei i nostri pensieri sono diventati più azzurri.

Sono pochi i giorni in cui la lasciamo stare, è già tornata in Croazia, e poi di nuovo qui. Ha portato in giro per il mare persone nuove, la barra del suo timone si è fatta accarezzare tante volte. 

E’ la bambina di molti genitori, la sua è una famiglia allargata e un po’ stravagante. 

Beh, lei ha già capito chi è la sua nuova mamma, e il suo babbo soprattutto, ma anche gli zii del cuore, e chi sono i cugini un po’ scapestrati con cui ci si diverte ma con cui i genitori non lasciano stare troppo tempo….

Forse il suo destino la vuole una barca molto amata, certo la sua foto fa già da sfondo in parecchi telefonini. 

Abbiamo grandi progetti insieme a lei, lei ha tante cose da insegnarci. Ha trovato nuovi amici e noi una barca bellissima.

E se quando si scrive un pezzo è sempre difficile trovare il modo per concluderlo, questa volta non ho tentennamenti: il modo non può essere che questo:

GRAZIE MARIAPINA!!!!
GRAZIE MATTHIAS!!!!